Rita Musumeci – Rivisitazioni


Rita Musumeci, nella serata dedicata all’incontro con i soci di Renarossa (in data 15 dicembre 2016) ha presentato un progetto fotografico che ha colto tutti di sorpresa ed entusiasmo per l’originalità stessa e un punto di vista, oserei dire, diverso da tanti lavori visti e acclamati anch’essi per la loro intrinseca qualità e passione.

Ma, il lavoro di Rita, presenta delle caratteristiche diverse, un modo di vedere ricercato che riconduce l’osservatore a guardare con attenzione una “visione diversa”, di quello che in realtà si può definire: da una parte “le fotografie degli altri” e dall’altra una sorta di “appropriazione e/o adozione delle fotografie stesse”.

Che cosa significa tutto questo giro di parole e interpretazioni ? Direi semplicemente: fotografare ciò che gli altri hanno già fotografato, per poi sottrarre/privare della paternità propria dell’immagine acquisita e sperimentare una diversa interpretazione collocandola in un contesto diverso da quello nativo, semplicemente farla rivivere a nuova vita.

Rita, con entusiasmo ha lavorato per riciclare, reinterpretare, catalogare una grossa mole d’immagini per poi imprimere una nuova “paternità” sfruttando da un lato l’idea del “readymade” di Marcel Duchamp, dall’altra, non meno influente, della cosiddetta “morte dell’autore” ripresa da Roland Barthes.

Ne è nato un lavoro, dove le immagini, per colori e forme, scorrono fluidamente nel pensiero dell’osservatore. Tanto da suscitare una sensazione di benessere e di appagamento. Le deformazioni, i pixel, che talvolta diventano palesemente evidenti, l’odiato “rumore digitale” dei puristi e tutti gli artefatti che indubbiamente entrano a far parte dell’immagine stessa, passano a una condizione diversa da quella precedentemente richiamata per evolversi in qualcosa di unico, interessante per fondersi, successivamente, insieme con l’immagine stessa. Il risultato è notevolmente interessante, tanto da stimolare la continua curiosità nel cercare di trarre un nuovo significato allo scorrere delle immagini.

Ed è proprio il connubio di queste due teorie formulate dagli autori appena menzionati che, Rita è riuscita nel suo intento, proprio singolare, di un lavoro dignitosamente ben fatto e formulato.

Durante l’incontro si è avuto modo di interloquire con l’autrice, e la stessa ha espresso l’interesse per questo progetto che non si esaurisce con il prevalente riferimento alla sola serata ma che si protrarrà nel tempo perché rientra in un piano di lavoro a lunga scadenza, ovvero, una continua ricerca e mescolanza di idee e di immagini che acquisiranno una nuova paternità e che il tempo farà giungere ad una giusta maturazione.

 

 

Articolo scritto da Giuseppe Privitera

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